Halo: Point lookout, tutto il primo ciclo, Tutti i 9 capitoli che costituiscono il primo ciclo del mio racconto

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Alei Komtar
view post Posted on 28/12/2012, 20:32




Questa è una mia storia che narra degli eventi accaduti tra Halo 3 e Halo 4 attraverso le esperienze di diverse personaggi, umani e non.
Scoprirete perchè questo evento non è mai stato raccontato e perchè l'ONI vuole nasconderlo a tutti i costi.
Questa..è la mia storia e voi....siete i miei lettori.
-Blugi alias Alessandro Mauri

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HALO: POINT LOOKOUT



CAPITOLO 1

Terra, nei pressi di Voi
11 Marzo 2557 ore 11:25

Erano quasi le undici e mezza e il Sole cominciava a picchiare davvero forte sulla testa della Dottoressa Allyson Moore e il terreno vetrificato su cui stava camminando non aiutava. Il Sole rifletteva la propria luce su quel terreno, frutto delle vetrificazione avvenuta 5 anni prima, una soluzione drastica per contrastare i Flood che si stavano replicando in quella zona.
Ora non rimane altro che uno strato lucido e scivoloso, simile a vetro, sotto il quale giacciono decine, forse centinaia di cadaveri tra umani e Covenant. Ma la dottoressa Allyson non era lì per onorare i morti, era lì per recuperare qualsiasi tipo di tecnologia Covenant o Precursore dalle rovine del portale che condusse Chief e la flotta dell’Arbiter verso l’Arca.
I due ODST di scorta alla dottoressa, il soldato semplice Benjamin Carmine e il sergente Brandon Collins la stavano seguendo a qualche metro di distanza, scrutando il paesaggio desolato alla ricerca di un improbabile nemico da combattere.
Benjamin non aveva mai partecipato ad un vero scontro a fuoco, se non nelle simulazioni con gli altri membri del reggimento imbarcato sulla Point Lookout, una nave UNSC di classe fregata, che ora stava orbitando intorno alla Terra, in attesa di ordini. Mentre camminava su quel terreno così surreale gli ritornarono in mente i racconti del padre, che aveva partecipato alla battaglia per l’Arca a bordo dell’ Aurora Nascente. I suoi pensieri furono interrotti quando una voce femminile gracchiò nella sua radio e disse “Squadra Delta, qui è la Point Lookout, rispondete, passo.”
“Point Lookout, qui è la Squadra Delta, vi riceviamo forte e chiaro, passo.”
“Avete ritrovato qualcosa di utile attorno alle rovine del portale? Passo.”
“Negativo Point Lookout, non abbiamo trovato niente di interessante….un attimo. Forse la dottoressa Moore on ha trovato qualcosa, restate in attesa.”
Ben si mise a correre verso la dottoressa e il sergente Collins, che ora stavano ispezionando una delle pareti alla base del portale, ora mai distrutto.
Sulla parete erano incisi dei simboli, probabilmente lettere dell’alfabeto dei Precursori, pensò Allyson mentre faceva passare la mano, alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarla a capire qualcosa in più su quella struttura. Intanto il sergente Collins si era calato nell’anello interno della struttura per mezzo di un rampino, con il quale aveva scavalcato il muro sul quale Allyson stava lavorando.
Quando Ben arrivò vicino alla dottoressa, gli chiese “La Point Lookout ci ha appena contattato, chiedono se abbiamo trovato qualcosa d’interessante”.
“Credo proprio di si”, rispose lei. “Passami il radar portatile, è dentro lo zaino accanto a te.”
Ben aprì lo zaino della dottoressa e ci frugò dentro per qualche secondo, finché non trovò il radar portatile e lo porse ad Allyson.
Lei accese l’apparecchio e iniziò a scansionare la parete di fronte a lei. Sullo schermo collegato al sonar, comparve una serie di numeri e d’immagini di cui Ben non coglieva il significato, ma per Allyson erano molto importanti, quasi rivelatori. Passò qualche secondo a scansionare la parete finché non spense il sonar e disse “Credo di aver trovato qualcosa. Oltre questa parete c’è una serie di corridoi che si diramano per diversi metri sotto terra. Quei corridoi potrebbero portarci a un probabile centro di controllo del portale e, di conseguenza, a una banca dati.”.
“Avverto subito la Point Lookout.” Disse Benjamin “Tu intanto contatta il sergente e digli di raggiungerci”. La dottoressa fece un cenno di assenso e si mise a parlare alla radio con Brandon dicendogli di tornare indietro.
“Point Lookout qui è la Squadra Delta, rispondete passo.”
“Squadra Delta qui è la Point Lookout, vi riceviamo forte e chiaro. Avete trovato qualcosa d’interessante? Passo.”
“Affermativo, la dottoressa ha scoperto una serie di corridoi che si diramano sotto la struttura del portale, lei sostiene che uno di questi corridoi potrebbe portarci alla sala di controllo del portale o a un centro dati. Che cosa dobbiamo fare? Passo.”
La radio gracchiò per qualche secondo fino a quando Benjamin non sentì la voce del capitano della Point Lookout che disse “Squadra Delta, restate in attesa vicino al portale, un Pelican con a bordo una squadra di tecnici e dei rinforzi sta arrivando.”
“Ricevuto Point Lookout, Squadra Delta chiudo.”

CAPITOLO 2

A bordo della Point Lookout, in orbita attorno alla Terra
11 Marzo 2557 ore 11:45

Dopo aver chiuso la chiamata con la Squadra Delta il capitano della Point Lookout, Tomas Anderson, ritornò a sedersi sulla sua poltrona in pelle al centro della sala di comando della nave. Attorno a lui altri membri dell’equipaggio stavano svolgendo i loro compiti, come tenere in orbita la nave, mantenere stabile la gravità, controllare il ricambio d’aria e altre funzioni assai importanti per l’intero equipaggio.
Molte di queste persone gli erano sconosciute, anche se lui era a bordo della Point Lookout da molti anni. Molti membri dell’equipaggio, compreso il precedente capitano, erano morti durante la battaglia per la Terra nel 2552. In quella situazione Tomas assunse il comando della nave, ormai ridotta a un mucchio di lamiera incandescente e riuscii a farla atterrare in uno spiazzo sabbioso nella periferia di New Moombasa, e per questo gli fu affidato il comando della nave.
Il guardiamarina Evan Campbell, uno dei pochi membri sopravvissuti alla battaglia in precedenza descritta, interruppe i pensieri di Tomas e disse “Capitano, Echo-628 è atterrata nei pressi del portale e sta scaricando il personale scientifico e i marines.”
“Eccellente. Riferite alla dottoressa Moore questi ordini: se entro due ore non riescono a far spostare quella parete e ad accedere a quei corridoi, il caporale Cooper è autorizzato a usare gli esplosivi.”
“Ricevuto capitano.”
Evan spinse una serie di pulsanti sulla tastiera di fronte a lui e aprì un canale radio con la Squadra Delta per trasmettergli gli ordini del capitano.
“Squadra Delta, qui è la Point Lookout, mi ricevete passo?”
“Vi riceviamo forte e chiaro, passo”
“Nuovi ordini dal capitano: avvertite la dottoressa che se non riesce a smuovere quella parete entro due ore i marine scesi dal Pelican sono autorizzati a usare gli esplosivi, ricevuto?”
“Ricevuto Point Lookout, riferirò alla dottoressa, passo e chiudo.”

Terra, nei pressi di Voi
11 Marzo 2557 ore 12:10

Ben, dopo aver ricevuto gli ordini dalla Point Lookout, si diresse verso Allyson che stava parlando con il gruppo di scienziati appena sbarcati dal Pelican. “Dottoressa, la Point Lookout ci ha appena contattato, dicono che se non riusciamo a entrare con le buone entro due ore i marines sono autorizzati a usare gli esplosivi sulla parete.”
“Dannazione, mai un attimo di tranquillità” disse lei. “Dobbiamo sbrigarci a decifrare questi simboli, di sicuro sono la chiave per entrare.”
Allyson aveva letto i resoconti su alcuni simboli molti simili a quelli presenti sulla parete, ritrovati sul pianeta scudo Onyx (Vedi libri “Fantasmi di Onyx” e “Glasslands”) e in quei rapporti c’era scritto che questi simboli, se toccati nell’ordine corretto, potevano dare accesso ad aree altrimenti inaccessibili. Tutto quello che doveva fare ora, era trovare l’ordine corretto.
Allyson passò più di un’ora a rimuginare su quei simboli, più di una ventina che si distribuivano sulla parete, mentre i suoi colleghi scrivevano sui loro Tac-Pad delle possibili combinazioni di simboli, 400 in totale, e una sola di queste sarebbe stata quella che gli avrebbe permesso di passare oltre la parete.
Le due ore passarono come il vento e Allyson non aveva ancora trovato la combinazione giusta.
“Mi sono stufato di aspettare, quand’è che posso far esplodere un po’ di roba? Mi sto annoiando.” Disse Cooper in tono seccato. “Ormai le due ore sono passate.”
Subito dopo che ebbe finito quella frase la dottoressa premette i simboli sulla parete secondo una delle possibili combinazioni, esattamente la numero 347, e la parete iniziò a muoversi in avanti, per poi spostarsi sulla destra, rivelando un’entrata alquanto bassa e stretta, oltre la quale si diramavano una serie di corridoi che portavano chissà dove.
Il sergente Collins aprì un canale con la Point Lookout e disse “Point Lookout, qui è la Squadra Delta, siamo riusciti ad accedere ai corridoi senza l’uso di esplosivi. Quali sono gli ordini?”
“Squadra Delta, qui è il capitano Anderson che vi parla. Avete l’autorizzazione a esplorare i corridoi ma nel caso incontriate un bivio, non dividetevi per nessun motivo, da qui non potremo seguire i vostri segnali una volta che sarete entrati. Ricevuto? Passo.”
“Ricevuto capitano, Squadra Delta chiudo”.
Collins si diresse verso il resto dei marine, radunati vicino all’entrata insieme a Benjamin e disse “Ok squadra, il capitano ha acconsentito all’ esplorazione dei corridoi, ma dobbiamo restare uniti li dentro: dalla Point Lookout non potranno seguire i nostri segnali una volta che saremo entrati, quindi non possiamo perderci. Avete capito?”
Un unico coro si levò dalla truppa “Signorsì, signore!”
“Bene, controllate armi ed equipaggiamento, dobbiamo essere pronti a tutto.”

CAPITOLO 3
Terra, nei pressi di Voi, nei corridoi sotto il portale
11 Marzo 2557 ore 14:20

Dopo che tutti ebbero controllato il loro equipaggiamento, il sergente Collins disse “Ascoltate con attenzione. Una volta che saremo entrati in quei corridoi la Point Lookout non potrà seguire i nostri segnali GPS quindi dobbiamo trovare un modo per riuscire a trovare la via del ritorno. Ci sono idee?”
Benjamin fece un passo avanti e disse “Signore, potremmo lasciare per terra dei flare in modo da poterli seguire se mai ci dovessimo perdere.”
“Ottima idea, soldato Carmine. Allora è deciso, il soldato Carmine resterà in fondo alla fila e lancerà dei flare a intervalli regolari mentre il resto della squadra avanza nei corridoi. I soldati Clarke e Wood resteranno nei pressi dell’entrata in modo da poter avvisare la Point Lookout nel caso scopriamo qualcosa. Dottoressa, lei resti in mezzo al gruppo. Tutto chiaro marine?”
“Signorsì, signore.”
“Bene, allora muoviamoci!”
Il gruppo s’infilò nella stretta entrata e iniziò a seguire il corridoio, senza sapere dove gli avrebbe portati. Le pareti erano ricche di simboli dei Precursori, non c’era superficie che non ne fosse piena. Un vero paradiso per la dottoressa Moore, che però non poté studiarli a fondo, dato l’andamento sostenuto degli ODST che la stavano scortando.
Il gruppo continuò a camminare per cinque minuti senza imbattersi in stanze o altri incroci con altre vie, fino a quando il corridoio che stavano seguendo venne interrotto da una porta fatta di una lega metallica, molto simile a quella delle pareti e su di essa c’erano dei led rossi, che probabilmente indicavano l’impossibilità di aprire la porta con le “buona maniere”.
“C’è modo di aprire quella porta, dottoressa?” chiese il sergente Collins.
“Non saprei, non ci sono simboli precursori sulla porta che possano indicare un modo per aprirla…un momento, c’è una specie di pannello di controllo al centro della porta, mi faccia vedere.”
Al centro della porta sporgeva un pannello di controllo olografico formato da tre strisce orizzontali, una verde, una rossa, e una gialla. Allyson provò a premere la barra verde ma non successe niente, provò con le altre due e ottenne lo stesso risultato.
“Deve essere stata bloccata dall’interno. E’ impossibile aprirla.”
Collins ribatté dicendo “Questo lo dice lei, sergente Cooper, la porta è tutta sua.”
Cooper si fece strada tra il gruppo di marine e iniziò a piazzare delle cariche esplosive C-12 sulla porta e disse “E’ meglio se vi allontanate, questa roba fa un bel botto.”
Una volta che ebbe terminato di piazzare le cariche, Cooper si unì al resto del gruppo che si era allontanato dalla porta di circa trenta metri, mettendosi dietro un angolo del corridoio. Cooper prese il detonatore in mano e disse “Fuoco in buca!”
L’esplosione scosse le pareti per qualche secondo e i timpani dei soldati risentirono dell’ onda sonora che rimbombò nei loro timpani per qualche secondo.
Cooper si sporse fuori dall’angolo della parete e disse “La porta è saltata ragazzi, possiamo passare.”
Il gruppo si rimise in piedi ed entrò nella stanza oltre la porta che avevano fatto saltare. La stanza era molto grande almeno venti metri quadrati, al centro della stanza si ergeva, all’apice di una rampa a forma piramidale con la punta smussata, un quadro di comandi olografico, che riportava altri simboli precursori. Attorno alla rampa c’erano alcuni muretti alti poco più di un metro di colore azzurro chiaro, sui quali si sedettero alcuni marine.
Allyson si diresse verso la console olografica insieme al sergente Collins che, una volta raggiunto l’apice della scalinata disse “Ho già visto un luogo simile a questo, su Harvest. Il sergente Forge e la professoressa Anders avevano fatto qualcosa con quella console di comandi, e subito dopo era sbucata una mappa galattica che occupava tutta la stanza. Qui potrebbe essere necessario lo stesso procedimento.”
Allyson mosse la mano verso la console a forma di sfera e vide che essa seguiva la sua mano a seconda di dove lei si muoveva. Alcuni simboli della console diventarono di un colore azzurro e iniziarono a brillare. Allyson ci poggiò la mano sopra. In un istante la stanza si riempì di simboli che pian piano si tramutarono in stelle e pianeti. Allyson e Collins si allontanarono dalla console per avere una vista migliore della stanza. “Una mappa galattica, proprio come su Harvest.”
L’attenta analisi della dottoressa fu interrotta da un insolito sibilo proveniente dalle pareti. Un gruppo di sentinelle uscì da alcuni fori nelle pareti e iniziarono ad attaccare i marine, i quali risposero prontamente al fuoco.
“Stia giù e veda di non fare cose stupide” disse Collins alla dottoressa.
“Perché ci stanno attaccando?” chiese uno degli ODST
“Probabilmente perché siamo entrati qui senza usare le buone maniere. Devono essere una specie di unità Anti-intrusione.”
Il combattimento dirò un paio di minuti, fino a quando tutte le sentinelle furono eliminate, e per fortuna nessun marine aveva perso la vita.
“Allora dottoressa, a cosa serve questa mappa?” chiese Collins
“Bhe è certo che si tratta di una mappa galattica, ma è troppo piccola perché comprenda tutta la Via Lattea, dev’essere la mappatura di un settore specifico della galassia. Se almeno avessi gli appunti della dottoressa Anders, potrei dirvi qualcosa di più, ma senza di essi non poso cavare un ragno dal buco.”
“Torniamo sulla Point Lookout, nel loro database ci dovrebbero essere di sicuro gli appunti della Anders. Torneremo qui una volta che avremo scoperto di più sulla reliquia di Harvest.”


Sanghellios, fortezza di Komtar
11 Marzo 2557 del calendario UNSC ore 22:30

Dopo la scoperta di quella stanza cartografica sotto la superficie di Sangheilios, avvenuta tre giorni prima, Alei Komtar non aveva più chiuso occhio. Stava giorno e notte a studiare quella porzione di mappa galattica alla ricerca di un indizio, un segnale che potesse rivelargli ciò che stava cercando, uno dei mondi scudo dei Precursori. Sebbene il Grande Scisma avesse portato alla luce le bugie dei San Shyuum, molti Sangheili avevano continuato la ricerca delle reliquie dei Precursori. Nemmeno Alei sapeva perché stava cercando questi artefatti. Forse per via del fatto che il ritrovamento della tecnologia precursore potrebbe giovare molto alla gente di Sanghellios, sia in campo militare sia non. Ma c’era una spinta anche spirituale in tutto questo, una convinzione irrazionale che aveva riunito tutti i Covenant sotto un’unica bandiera, e che ora lo stava spingendo a continuare la sua ricerca.
Un bussare insistente alla porta della suo studio lo costrinse a interrompere le sue riflessioni. Si alzò dalla sedia e aprì la porta, dietro ad essa si ergeva il suo più caro amico, Rkar Latow che disse “Tua moglie ti sta cercando Alei, sono giorni che non esci da questo studio.”
“Questa scoperta mi sta sottraendo da ciò che ho di più caro, ma non posso fermarmi, sono ad un passo dalla soluzione, me lo sento.”
“Ne sono certo ma, se non ti riposi, la tua mente non potrà più lavorare lucidamente. Dormi un po’, stai con tua moglie. Al resto ci penso io.”
“Forse hai ragione, ho le idee così confuse che quasi non mi ricordo il percorso per la mia stanza.” Alei fece per uscire dallo studio ma poi disse “Aspetta un secondo, forse ci sono!” Tornò nello studio e aprì la miniatura della mappa galattica, indicando alcuni pianeti poco più luminescenti degli altri.
“All’inizio non capivo cosa significassero questi pianeti che s’illuminavano a intermittenza, ma ora ho capito. Sono dei punti del percorso da seguire per raggiungere…...qualsiasi cosa sia indiata sulla mappa.”
“Come fai a esserne certo?” chiese Rkar
“C’è solo un modo per scoprirlo, amico mio. Fai preparare la nave, domani partiamo.”


CAPITOLO 4
In orbita intorno alla Terra, a bordo della Point Lookout
11 Marzo 2557, ore 18:20

Il ponte della Point era in fibrillazione in vista dei preparativi per il viaggio verso le coordinate che la dottoressa Moore era riuscita a decifrare dalla mappa galattica ritrovata a Voi. Le coordinate portavano a un mondo scudo dei Precursori. La nave era stata dotata di tutto il necessario per un'operazione prolungata senza possibilità di ricevere rinforzi: viveri aggiuntivi, adeguatamente essiccati per conservarli più a lungo, munizioni extra per fanteria e veicoli e vaccini contro ogni tipo di malattia conosciuta e inoltre la Infinity aveva acconsentito a cedere alla Point Lookout una squadra di spartan 4, la squadra oro, abile in attività di ricognizione e di supporto con armi di precisione, non a caso il loro motto è "L'ultima cosa che non vedi mai".
La maggior parte dell'equipaggio era nella mensa per la cena delle 18:30 ma il capitano aveva richiesto di vedere tutti gli ufficiali della nave per dare gli ultimi ordini prima della partenza.
Il primo a entrare fu la dottoressa Moore seguita poi dal capo squadra spartan, il tenente James Cutterson. Per ultimi entrarono il sergente Cooper e il capo ingegnere e responsabile degli armamenti, David Smith.
"Tutti gli ufficiali presenti sul ponte comandante" disse Avery, la IA della nave, dopo essersi materializzato sul ponte usando un avatar molto simile all'aspetto che aveva il Sergente Avery Johnson Jr. La IA aveva scelto quest’avatar come omaggio al miglior marine che sia mai esistito, prendendo anche il suo carattere e le sue citazioni.
"Grazie Avery. Come procedono i preparativi?"
Fu la dottoressa Moore rispondere per prima "Le scorte di medicinali sono state caricate e il personale medico è al completo." "Ottimo, e per quanto riguarda gli armamenti?"
Smith fece un passo avanti e disse "Tutte le celle per i missili Archer sono piene, il cannone MAC è operativo al 100%, tutto il personale militare è presente e adeguatamente armato. I motori della nave sono pienamente operativi e pronti al salto.”. "E la squadra spartan 4?" chiese Anderson rivolgendosi a Cutterson "Siamo ai suoi ordini capitano e non vediamo l'ora di combattere”.
"Spero non sia necessario lì dove stiamo andando. Bene potete tornare dai vostri uomini, Rapporto domani alle ore 06:00”.
I tre ufficiali fecero il saluto e dissero "Sì, signore!" e si congedarono dal ponte lasciando Anderson in compagnia di Avery.


In orbita attorno a Sangheilios, a bordo della Divine Betrayal.
12 Marzo 2557, ore 6:34
L' Hangar della Divine Betrayal traboccava di rifornimenti che sarebbero serviti nel caso la nave fosse dovuta restare per tanto tempo senza possibilità di riceverne altri: armi, cibo, veicoli. Proprio mentre Alei camminava insieme a Rkar sulle passerelle dell'Hangar, venivano caricati gli ultimi due Wraith che il consiglio aveva concesso ad Alei per la sua spedizione. Dopo la fine della guerra con gli umani e la sconfitta dei Profeti non era stato possibile rinvigorire di molto gli armamenti poiché la maggior parte di questi era dono dei Profeti stessi. Ora molti veicoli come Ghost o Revenant venivano utilizzati per gli spostamenti da una fortezza all'altra ma i Wraith, data la loro goffaggine e la loro scarsa velocità, erano ancora largamente utilizzati nei combattimenti. Uno Sangheili con armatura da ufficiale raggiunse Alei sulla passerella e disse "Capitano, tutti i rifornimenti sono stati caricati e tutto l'equipaggio è presente, attendiamo i suoi ordini." Alei restò un momento immobile a fissare il continuo spostamento delle casse nell'hangar, come se stesse cercando le parole adatte. Poi si voltò verso lo sangheili e disse "Comunica a tutto l'equipaggio di prepararsi al salto, i tesori dei Precursori ci aspettano."
Una volta che ogni membro dell’equipaggio si mise alla propria postazione Alei, disse “Qui Divine Betrayal a centro di controllo, chiediamo il permesso di partire”.
“Autorizzazione concessa Divine Betrayal, potete lasciare la banchina.”
Tutti i 5000 metri della Divine Betrayal lasciarono la banchina dirigendosi verso lo spazio aperto. La Divine Betrayal era un trasporto classe CAS molto simile all’Ombra Furtiva, aveva partecipato alla battaglia di Reach e alla prima battaglia per la Terra ma fu danneggiata gravemente durante quest’ultima e ritornò su Sangheilios per le riparazioni. Dopo che l’Arbiter mostrò al suo popolo le menzogne dei profeti, l’equipaggio della Divine Betrayal si unì ai soldati della fortezza di Komtar e alle altre fedeli all’Arbiter per scacciare da Sangheilios chi credeva ancora nelle menzogne dei Profeti. Dopo la fine della guerra, la nave venne riparata e incaricata di setacciare Sangheilios, in particolare le rovine dei Precursori in cerca di qualsiasi artefatto che avrebbe potuto concedere ai Sangheili un vantaggio bellico sugli umani, nel caso la guerra fosse ricominciata.
“Che cosa speri di trovare nel mondo dei Precursori?” chiese Rkar rivolgendosi al suo amico.
“La conoscenza amico mio, la conoscenza è la più potente di tutte le armi”.

CAPITOLO 5

In iperspazio, a bordo della Point Lookout
12 Marzo 2557 ore 20:34
Il ponte era coperto da un insolito silenzio interrotto solo dal rumore delle apparecchiature e dai passi delle guardie di sicurezza che camminavano sulla lastra metallica che componeva il pavimento dei corridoi. Gli unici umani presenti sul ponte erano il Capitano Anderson e il guardiamarina Evan Campbell, il resto dell' equipaggio era all'interno dei propri alloggi, in attesa di arrivare sul pianeta dei Precursori. Evan toccò alcuni pulsanti sulla console e disse "15 minuti all'arrivo capitano" "Bene, fai svegliare l'equipaggio, dobbiamo essere pronti a tutto."
Mentre gli ultimi membri del ponte di comando valicarono la porta Avery disse "Raggiungimento coordinate in 3...2...1... uscita dall'iperspazio" Le stelle rallentarono il loro movimento fino a diventare immobili, il blu dell'iperspazio venne sostituito dal nero di quello normale e in mezzo al campo visivo del ponte si stagliavano due strutture: Il probabile mondo scudo dei Precursori e.. un Halo.
"Due costrutti dei Precursori in un solo colpo. Non so se essere felice o spaventarmi." disse Anderson.
"Capitano! Sto rilevando fluttuazioni iperspaziali multiple di fronte a noi.”.
Dall'iperspazio uscì una portaerei Covenant scortata da diversi Phantom e da un incrociatore. "Capitano! Una flotta Covenant è uscita dall'iperspazio a 10.000 chilometri da noi." disse il guardiamarina.
"Ci hanno seguito?" Chiese Anderson "No signore. Erano su un vettore diverso"
"Zooma sulla flotta"
"Sì, signore"
La telecamera principale venne diretta verso la flotta nemica con uno zoom di x100. L'allarme rosso risuonò per tutta la nave. Era il segnale che erano stati scoperti.
"Diversi caccia Seraph stanno lasciando l'hangar della portaerei, sono diretti verso di noi " disse Evan mentre armeggiava alla sua console.
"E l' incrociatore?"
"È diretto verso l'Halo mentre la portaerei è ancora ferma."
"Voglio tutto l'equipaggio ai posti di combattimento, caricate il cannone MAC, aprite le postazioni missili Archer 1 e 2 e mandate una squadriglia di caccia Longsword a intercettare quei Seraph."
"Sissignore!"
La nave venne messa in allarme rosso e tutto l'equipaggio raggiunse le proprie postazioni: la dottoressa Moore raggiunse l'infermeria, Benjamin e Cooper raggiunsero l'hangar della nave portando con loro l’equipaggiamento, nel caso ci fosse stato un abbordaggio.
"I nostri Longsword hanno ingaggiato i Seraph, gli superiamo di 2 a 1." disse Avery.
"E la portaerei Covenant?" chiese Anderson.
"Ha cambiato rotta. Ora si sta dirigendo verso l'Halo insieme all'incrociatore... un momento! L'incrociatore è scomparso dai radar, non lo vedo più.”.
"Capitano! Fluttuazione iperspaziale dietro di noi! È l'incrociatore Covenant!" disse Campbell cercando di mantenere la calma.
"È una trappola! Cit." disse il Capitano. "Presto, vira di 90° a babordo!"
La nave fece una brusca virata verso sinistra evitando per un soffio una salva al plasma sparata dall'incrociatore. "Capitano, suggerirei di spaccare il culo a quei Covenant prima che lo facciano prima loro." disse Avery.
"Mi hai tolto le parole di bocca."
"Capitano, l'incrociatore nemico è dietro di noi, distanza 100 km e sta preparando un'altra salva”.
"Motori al massimo, vediamo di allungare un po' la distanza." I motori vennero spinti al massimo della loro potenza distanziando la nave di un altro centinaio di chilometri dall' incrociatore.
"Capitano! La prima salva ci sta per intercettare è a 200 chilometri di fronte a noi in avvicinamento. Impatto previsto tra 50 second... seconda salva partita dall' incrociatore!" disse Campbell, ormai ad un passo da buttarsi a terra per la paura "Perfetto. A quanta potenza è il cannone MAC?"
"È al 100% capitano" disse Avery
"E i missili Archer?"
"Pronti a far fuoco. Capitano so cosa ha intenzione di fare e le possibilità di successo sono sotto il 5%”.
Anderson sembrò non curarsi di quest’affermazione e disse:
"Avery, quando la seconda salva sarà a due chilometri da noi, lanciagli contro tutti i missili delle batterie 1 e 2. Poi effettua un avvitamento di 360° sull'asse della nave salendo leggermente di quota in modo che l'incrociatore nemico passi sotto di noi.”.
"Fatto, rotta tracciata. Farebbe meglio a tenersi."
Quando le due salve raggiunsero la distanza di 10 chilometri dalla Point, Anderson disse "Avery, ora!"
I missili Archer vennero sparati verso la seconda salva, creando una gigantesca esplosione che arrestò quasi completamente la salva che fece brillare gli scudi dell' incrociatore Covenant mentre ci passava in mezzo. A quel punto la Point si trovava circa a metà della sua manovra, con la prua rivolta verso il dorso dell' incrociatore i cui scudi vennero dissolti dall' impatto con la prima salva. "Fuoco di torrette al plasma, ci stanno colpendo!" disse Evan mentre coordinava le operazioni all' interno della nave insieme ad altri due guardiamarina.
"Rispondiamo al fuoco! Avery tieni la nave stabile in questa posizione e spara con il cannone MAC all' incrociatore!”.
"Ricevuto capitano. Fuoco tra 3... 2. 1"
Il cannone fece fuoco, squarciando il centro della nave nemica. Altre esplosioni si susseguirono fino a inglobare l' incrociatore in una palla di fuoco rosso-viola, tipico delle esplosioni al plasma.
Anderson, che fino a quel punto non si era accorto di aver trattenuto il respiro, si sedette sulla sua poltrona e trasse un profondo respiro.
"Rapporto danni, qual è lo stato della nave?"
"Danni lievi alla corazza frontale e al cannone MAC, ma possono essere facilmente riparati." disse Evan.
"Non credo che abbiamo tutto questo tempo, guardate la" disse Avery indicando fuori dal vetro panoramico del ponte.
Una seconda portaerei accompagnata da 3 incrociatori Covenant sbucò dall' iperspazio dirigendosi in rotta di intercettazione verso la prima portaerei.


A bordo della Divine Betrayal, ponte di comando

"La Costante Verità possiede una portaerei? Come hanno fatto a ottenerla?"
Alei si alzò dalla sua postazione di capitano al centro del ponte della Divine Betrayal e disse:
"Saremo noi a rimediare a questo spreco di risorse. Incrociatori, fuoco! Bruciano le loro luride tane! Cit."

CAPITOLO 6

Sistema solare non specificato, a bordo della Point Lookout
12 Marzo 2557, ore 20:50

“Ma che diavolo? Si stanno sparando tra loro?” disse Anderson vedendo la portaerei Covenant appena arrivata che mandava i suoi incrociatori di scorta ad attaccare l’altra nave.
Avery s’intromise dicendo “Una delle due flotte deve essere composta da fanatici religiosi ancora fedeli ai Covenant, l’altra flotta deve provenire da Sangheilios. Da quello che abbiamo potuto vedere la prima flotta, deve essere quella dei fanatici, poiché ci hanno attaccato a vista mentre la seconda portaerei con gli incrociatori deve essere quella proveniente da Sangheilios.”.
“Che cosa facciamo capitano?” chiese Campbell.
Anderson iniziò a strofinarsi l’indice sui baffi mentre fissava un punto non precisato davanti a lui, era una cosa che faceva spesso quando pensava. Alla fine disse “Se quei fanatici religiosi sono venuti fin qui, ci deve essere un motivo, probabilmente collegato al mondo scudo e all’Halo che gli orbita intorno. Per adesso vediamo come procede la battaglia, non voglio intromettermi. Traccia una rotta che ci porti dentro quel campo di rottami davanti a noi, resteremo nascosti li.”.
“Sì, signore!” rispose Campbell mentre armeggiava con la console.

A bordo della Divine Betrayal, ponte di comando
“Gli incrociatori hanno ingaggiato la portaerei nemica, i suoi scudi sono al 50%.”
“Appena distruggete gli scudi mandate delle squadre da abbordaggio sulla nave, voglio cercare di non distruggerla, ogni nave rimasta potrebbe tornare utile a Sangheilios.”
“Capitano, Seraph nemici in rotta d’intercettazione contro la Ancient Remorse.” Disse Zakl 'Alakavee, esperto di comunicazioni della Betrayal.
“Mandate una squadriglia a intercettarli. Le squadre da abbordaggio sono pronte?” chiese Alei
“Sì, capitano. Attendono solo un suo ordine.” Rispose Zakl.
“Fate uscire la prima squadriglia di Phantom.”
“Si capitano!”
Dall’ Hangar della nave uscirono una mezza dozzina di Phantom diretti verso la portaerei nemica che intanto aveva perso gli scudi. A bordo di uno di questi Phantom c’era Rkar Latow, fidato amico di Alei e comandante in seconda della Divine Betrayal. A Rkar non piaceva starsene sul ponte di comando con le mani in mano, a lui piacevano i combattimenti, soprattutto quelli a distanza ravvicinata quindi, come avrebbe potuto non infilarsi in un Phantom per buttarsi nei corridoi angusti di una portaerei nemica?
Il pilota del Phantom disse “30 secondi all’abbordaggio, controllate l’equipaggiamento!”
Tutte le squadre nei Phantom erano formate da una ventina di Sangheili armati di Fucile al plasma, carabina o pistola ad aghi e a capo di ogni squadra c’era uno Sangheili Ultra armato di fucile a concussione o di lama energetica.
“10 secondi all’ impatto…9…8…7…”
I Phantom erano a meno di un chilometro dalla portaerei quando alcune torrette al plasma aprirono il fuoco su di essi.
Uno dei Phantom venne colpito al motore ed esplose in un globo viola-blu mentre il resto della squadriglia riuscì a raggiungere l’hangar della portaerei nemica senza troppi danni.
All’interno dell’hangar un gruppo di grunt e di jackal si era asserragliato vicino alle porte costruendo delle barricate improvvisate con alcune casse, e questo metteva Rkar e i suoi i difficoltà, poiché non c’erano altri ripari all’interno dell’hangar.
Le porte dei Phantom si aprirono e gli Sangheili scesero urlando, nella loro lingua, “Per Sangheilios!” talmente forte che gli Unggoy e i Kig Yar nell’hangar persero la poca calma che avevano e iniziarono a sparare a caso colpendo solo in minima parte i loro nemici. Gli Sangheili armati di lama iniziarono a correre verso le barricate nemiche mentre quelli armati di fucili e carabine fornivano fuoco di supporto.
In meno di due minuti l’hangar era ripulito senza subire perdite da parte degli Sangheili.
Rkar estrasse la sua lama da un Jackal e disse “Radunarsi alla porta, vediamo di raggiungere il ponte di comando il più in fretta possibile”.
I 100 Sangheili che erano riusciti a scendere dai Phantom nell’Hangar si erano divisi in 3 squadre: una squadra si sarebbe occupata della sala macchine, un’altra sarebbe stata di guardia all’hangar e la terza, guidata da Rkar, si sarebbe diretta al ponte di comando.
Dopo aver combattuto stanza per stanza per centinaia di metri, il gruppo di Rkar giunse alla porta della sala di comando. Lo Sangheili provò ad aprire la porta usando l’apposita console ma non ottenne nessun risultato.
“La porta è bloccata dall’ interno, serve qualcosa per farla saltare.” Disse Rkar.
Uno degli Sangheili del suo gruppo si fece avanti e iniziò a piazzare sulla porta delle cariche al plasma che l’avrebbero fatta esplodere. A un certo punto un altro Sangheili disse “Ehi, ma non sentite un rumore strano?”
La porta venne buttata via dall’ onda d’urto provocata da un colpo di cannone a combustibile proveniente dal ponte di comando. Dal fumo comparvero le sagome di due cacciatori molto incazzati e i loro cannoni erano puntati contro il gruppo di Rkar.
“Usate le granate e i fucili a concussione, presto!” urlò Rkar mentre estraeva il suo fucile al plasma e iniziò a sparare al Lekgolo più vicino. In pochi secondi il primo cacciatore morì sotto le esplosioni delle granate e dei colpi al plasma, ma il secondo caricò il gruppo schiacciando 3 Sangheili contro il muro. Rkar sfruttò questo momento per saltare sulla schiena della bestia e la infilzò all’altezza del collo con la sua lama. Il Lekgolo cadde a terra con un urlo di dolore e gli Sangheili rimasti entrarono nella sala di comando con le armi spianate.
Solo due dei 6 elite presenti sul ponte opposero resistenza e vennero prontamente freddati da una raffica di plasma. Il comandante della nave si alzò dalla sua poltrona e fece cadere il suo fucile al plasma in segno di resa.
Rkar fece radunare tutti i ribelli in un angolo del ponte per poi contattare le altre due squadre “Squadra 1 com’è la situazione nell’hangar?”
“Abbiamo dovuto vedercela con altri Unggoy e Kig Yar ma non abbiamo subito perdite.”
“Ottimo, mantenete la posizione fino a nuovo ordine. Squadra 2, la sala macchine è nostra?”
La radio gracchiò per qualche secondo poi uno degli Sangheili rispose “Qui squadra 2! Siamo riusciti a prendere la sala macchine ma abbiamo subito diverse perdite…Un secondo, ho sentito dei rumori.”
Lo Sangheili fece qualche passo, poi si udirono degli spari provocati da armi al plasma “Capitano! Nemici sconosciuti ci hanno attaccato, sono tantissimi! No, fermo! Aagggghh…...” La radio fece un tonfo sordo, segno che l’elite era caduto a terra, probabilmente morto.
“Squadra 2, mi ricevete? Squadra 2 rispondete!” Rkar si voltò verso il capitano della nave e gli urlò contro “Cosa ha attaccato i nostri fratelli? Che cosa nascondevate nella sala macchine?”
La faccia del capitano formò quello che poteva assomigliare a un sorriso e poi disse “Siamo tutti condannati ormai…... il parassita è tornato.”

CAPITOLO 7
A bordo della portaerei Covenant
12 Marzo 2557, ore 21:25

Sul ponte di comando era calato un silenzio spettrale, tutti i presenti erano rimasti impietriti dopo aver udito le parole del capitano del vascello. Rkar, che non aveva quasi mai provato paura,
o era comunque era sempre riuscito a controllarla, ora cercava di mantenere la calma dopo aver scoperto che i Flood non erano stati sconfitti. La più grande minaccia per la Galassia era ancora viva.
"Com’è potuto accadere? Pensavo che dopo la battaglia dell' Arca, i Flood fossero stati eliminati!" chiese Rkar al capitano nemico.
"I Flood che avete sconfitto non rappresentavano tutta la loro specie, altri gruppi sono riusciti a fuggire dalle loro prigioni sugli Halo e ora si stanno dirigendo qui."
"Perché? Cosa c'è di così speciale dentro quel mondo scudo?"
Il capitano camminò fino ad arrivare alla finestra panoramica, dove si potevano osservare sia l' Halo sia il mondo scudo e disse
"Lì dentro è custodita l' unica cosa che può fermarli eccetto gli Halo, dentro il mondo scudo è nascosta la c..." Dal corridoio si udirono dei gemitii misti a urli, segno che i Flood gli avevano trovati. Gli Sangheili di Rkar puntarono le armi verso la porta, così gli elite fanatici radunati in un angolino del ponte caricarono Rkar e i suoi uomini per rubarli le armi buttandone a terra qualcuno. Il capitano del vascello disse " No, Fermi! Se vogliamo uscire di qui vivi, ci servirà il loro aiuto." Lo Sangheili pose la mano a Rkar e lo aiutò a rialzarsi, poi disse " Dobbiamo distruggere la nave o i Flood la useranno contro di noi. La vostra flotta dovrebbe avere la potenza di fuoco necessaria. A proposito il mio nome è Vath Nelil."
Rkar impugnò il suo fucile al plasma e poi disse " Capitano Vath, sappia che la sto aiutando solo perché ha informazioni molto importanti ma una volta che saremo usciti da qui, sarà trattato come un qualunque altro terrorista."
Detto questo il gruppo si mosse fuori dal ponte, sparando raffiche di plasma contro le spore Flood che li stavano venendo addosso in massa. "Divine Betrayal, qui è il comandante Rkar, abbiamo il comandante nemico ma ci sono dei Flood a bordo della nave, ripeto ci sono dei Flood! Preparatevi a distruggere la nave a un mio ordine."
La radio tacque per qualche secondo, poi Rkar udì la voce del suo capitano." Rkar, sono Alei, che diavolo sta succedendo su quella nave? Avete veramente trovato dei Flood?"
"Si Alei. Siamo riusciti a catturare il capitano nemico e altri dei suoi uomini e ora stiamo per raggiungere i Phantom"
"Avete 5 minuti, poi faremo saltare la nave."
Gli Sangheili combatterono contro i Flood fino ad arrivare nei pressi dell' Hangar dove un gruppo di spore aveva attaccato la squadra 1. Il gruppo fece fuori non meno di un centinaio di spore e almeno una ventina di forme combattenti prima di raggiungere i Phantom.
All' improvviso un Tank Flood sbucò fuori da dietro una delle casse e con il suo tentacolo fece sbattere Vath contro un container azzerandogli lo scudo e danneggiandoli gravemente la corazza. Rkar fece a pezzi il Flood con la sua lama e poi raggiunse Vath, accasciato a terra.
Le spore aveva già iniziato a contaminarlo, facendo crescere dei bozzoli marroni sulla sua pelle.
"Sono stato infettato, gli sento scorrere sotto la mia pelle...Uccidimi prima che diventi uno di loro, prima che il poco onore che mi è rimasto scompariamo insieme al mio spirito." Rkar meditò per qualche secondo poi disse:
"Cosa cercano i Flood? Cosa c'è nel mondo scudo?" Vath urlò per il dolore provocato dalla mutazione fino a quando Rkar lo infilzò con la lama, esaudendo la sua richiesta. Sebbene fosse un terrorista, sapeva che in fondo la loro missione non era poi così diversa: loro cercavano i Precursori per fame di conoscenza, Vath per fede.
Una volta saliti sul Phantom Rkar accese la radio e disse " Divine Betrayal, qui è Rkar, avete il permesso di distruggere la nave, dobbiamo impedire che i Flood si espandano."
Dalla flotta partirono diverse salve al plasma che distrussero quasi completamente la portaerei facendo cadere i suoi rottami sull' Halo.


A bordo della Point Lookout, ponte di comando

Il personale del ponte aveva assistito a tutta la scena da una distanza di sicurezza, sicuri che la flotta Elite non li avesse individuati.
Anderson si rivolse a Campbell dicendo “Siete riuscito a tradurre qualcosa delle loro comunicazioni?”
Campbell rivolse lo sguardo al suo capitano e disse “Poco o niente signore, ma nelle loro comunicazioni viene spesso ripetuta una parola: Flood.”
Un sudore freddo iniziò a scorrere sulla schiena di Anderson. Come poteva essere possibile? I Flood dovevano essere stati eliminati con l’attivazione dell’Arca. Quindi perché sono qui? Le risposte a queste domande potevano trovarsi solo all’interno di quel mondo scudo. I Flood usavano le navi che catturavano per raggiungere altri mondi e contaminarli, ma qui non c’erano altre forme di vita oltre a loro. Qualcosa dentro quel mondo scudo deve aver attirato la loro attenzione. Dopo averci riflettuto un po’, disse:
“Avery, traccia una rotta che ci porti sulla superficie di quell’Halo. Forse so chi potrà dirci perché i Flood sono qui.”

CAPITOLO 8

A bordo della Point Lookout, sezione camere criogeniche
12 Marzo 2557, ore 22:00

Carmine venne risvegliato dal suo sonno criogenico insieme al resto del 201° plotone ODST, appartenente alla compagnia Delta. Una volta che la capsula si aprì, Carmine cadde sul pavimento metallico, sputando una sostanza che impediva il congelamento delle cellule durante la criogenesi e si alzò in piedi guardandosi intorno. Il resto degli ODST si stava dirigendo verso i propri armadietti per indossare le corazze, Ben non veniva risvegliato così di soprassalto dai tempi della seconda battaglia per la Terra.
Se il capitano Anderson aveva deciso di svegliarli con così poco preavviso c’era solo un motivo: guai in arrivo.
Benjamin si diresse verso il suo armadietto, incrociando lo sguardo con il sergente Collins e disse:
“Perché ci hanno svegliato sergente? Ci sono dei problemi in vista?”
“No ne ho idea soldato, ma il capitano vuole tutto il plotone a rapporto nell’Hangar principale, credo stia progettando qualcosa di speciale per noi.”

Collins era un uomo di mezza età, ma manteneva ancora il vigore dei suoi anni d’oro e sapeva come farsi rispettare dai suoi subordinati. A bordo della Point Lookout era quello che aveva partecipato a più battaglie, oltre al capitano Anderson. Se c’era da assaltare una postazione nemica in inferiorità numerica di 10 a 1, di certo non si sarebbe tirato indietro. Era l’esempio vivente del motto degli ODST: Feet first into Hell, ovvero “Primo passo nell’inferno”, non a caso venivano chiamati anche Saltatori Infernali.

Una volta che tutti gli uomini ebbero indossato le loro armature color nero, con un teschio bianco inciso sulla spalla destra, simbolo del 201°, Collins si mise davanti alla porta e urlò:
“Avanti signorine, tutti all’hangar principale! Il capitano Anderson ha qualcosa di speciale in serbo per noi.”

Anderson, che si era già recato nell’hangar insieme al sergente Cooper e alla Dottoressa Moore, vide arrivare gli ODST dalla porta principale. 50 macchine da guerra pronte a dare la vita in azioni spericolate che qualsiasi altro soldato avrebbe rifiutato di eseguire. Ma forse perfino per questi uomini, il piano che Anderson aveva in mente era troppo avventato.
Il plotone si posizionò in 5 file da 10 uomini ognuno davanti al capitano, con in testa il loro capo, il sergente Brandon Collins.
Il gruppo fece il saluto militare e si mise in posizione di riposo dopo che il capitano ebbe ricambiato il saluto.
Anderson fece un profondo respiro, poi iniziò a parlare:
“Soldati, vi ho chiamati qui perché oggi, un antico male che credevamo sconfitto è ritornato. Per chi non lo sa, attualmente è in corso una battaglia tra una flotta appartenente a un gruppo di separatisti Covenant e un altro gruppo di navi, la cui appartenenza è sconosciuta. Durante la battaglia diverse comunicazioni tra queste navi continuavano a ripetere una sola parola: Flood.”
Dal plotone si levò un brusio di sorpresa ma soprattutto di paura. Troppi di questi soldati avevano visto i loro compagni morire per mano di questo parassita, apparentemente immortale.
Collins fece ritornare l’ordine tra i suoi uomini, permettendo ad Anderson di continuare.
“Ma forse, abbiamo trovato un modo per sconfiggere questo parassita. In questo sistema solare sono presenti ben due costrutti dei Precursori: un Mondo scudo, e un Halo. Secondo la dottoressa Moore, questo Halo è in grado di eliminare i Flood dal sistema, ma per attivarlo ci serve l’aiuto di qualcuno: una IA dei Precursori che abbia le capacità di attivare l’Halo e di... ” il discorso di Anderson fu interrotto da uno degli ODST che alzò la mano e disse “Cosa ne sarà di noi? So per certo che l’Halo non elimina solo i Flood, ma anche la sua fonte di cibo in pratica…noi. Come faremo a sopravvivere?”
“Un problema alla volta, soldato.” Rispose il Capitano.
“Se i Flood riescono a impossessarsi di una di quelle navi, o addirittura della Point Lookout, le utilizzerebbero per contaminare altri pianeti. Se non gli eliminiamo adesso, potremmo perdere ben più delle nostre vite, tutta la vita nella galassia sarebbe in pericolo.”.
“Ecco perché vi ho chiamato qui, secondo i nostri dati, l’installazione Halo dovrebbe ospitare al suo interno un guardiano, una IA dei Precursori simile a 343 Giulity Spark, per chi l’ha incontrato nella battaglia dell’Arca. Sarete lanciati da una quota di 20000 metri su un’isola nel mezzo di un oceano presente sull’Halo. Riteniamo che su quest’isola si trovi il Cartographer, una sorta di mappa globale dell’Halo, in grado di indicarci tutte le ubicazioni che desideriamo, tra cui la posizione dell’indice di attivazione dell’Halo e di conseguenza, della IA. Non avrete rifornimenti o rinforzi per circa 2 ore dopo lo sbarco, con tutte quelle navi Covenant dobbiamo cercare di tenere la nave il più possibile lontano dall’Halo.
Aspettatevi una possibile resistenza Covenant sulla superficie, non sappiamo se abbiano forze di terra dispiegate in quella zona. “
Collins si fece avanti e disse “Signore, perché sta condividendo queste informazioni con noi? Se sono protette dall’ ONI, potrebbe essere incriminato per tradimento.”.
“Non voglio mandare i miei uomini allo sbaraglio contro un nemico ben più letale dei Covenant. Se uno dei vostri compagni viene infettato, dovrete essere pronti a ucciderlo.”.
Il capitano fece una pausa di qualche secondo, poi aggiunse “C’è qualcuno che si rifiuta di completare questa missione?”
Nessuno dei presenti fece un passo indietro, proprio come Anderson si aspettava.

A bordo della Divine Betrayal, ponte di comando
Rkar varcò la porta del ponte, dando le spalle al capitano Alei. Fece il giro della plancia e si mise davanti al suo capitano, inginocchiandosi davanti a lui mettendo un pugno e un ginocchio a terra.
“Alzati, amico mio. Allora, sei riuscito a ricavare qualcosa dagli altri prigionieri?”.
“No, almeno non hanno detto niente che non sapessimo già. Ma la prima squadra, prima che venisse attaccata dai Flood, è riuscita a catturare un Huragok. Forse se riuscissimo a capire il suo linguaggio, potremmo ricavare le informazioni che ci servono.”.
“Che cosa suggerisci di fare?”
“Potremmo portarlo alla sala macchine e provare a farlo parlare con un altro esemplare.”
“Fallo, dobbiamo capire perché i Flood si sono spinti fin qua. Ah, un’ altra cosa. Fai giustiziare tutti gli altri prigionieri, se non hanno niente da dirci non c’è motivo che vivano.”.
“Sarà fatto, kaidon.”

L’huragok venne portato alla sala macchine e avvicinato a un altro dei suoi simili. I due Huragok iniziarono a scambiarsi dei gesti, probabilmente un saluto, pensò Rkar. Ma lo Sangheili aveva fretta, così si mise tra le due creature e disse “Perché i Flood erano sulla vostra nave? Che cosa cercano in questo sistema?”
All’inizio l’Huragok sembrò non curarsi della domanda ma poi, iniziò a fissare Rkar mentre la sua pelle cambiava da una tonalità Blu scura a un viola chiaro. A un certo punto la creatura iniziò a volare per la sala macchine, costringendo Rkar a inseguirlo per un centinaio di metri fino a un terminale, che si accese dopo qualche colpo di tentacolo dell’ Huragok sulla tastiera.
Il terminale iniziò a riprodurre immagini a una velocità pazzesca che Rkar fece fatica a distinguere, fino a quando l’immagine non si fermò su una riproduzione digitale di un Halo.
“Un Halo? I Flood sono venuti qua per un Halo?” chiese lo Sangheili.
L’ingegnere scosse la testa e ricominciò a toccare la tastiera fino a bloccare il terminale su un’altra immagine. Una foto di 343 Giulity Spark.
“Che cosa centra l’oracolo con tutto questo? E’ morto nella battaglia per l’Arca anni orsono.”.
Un’ ipotesi, seppur remota, si formò nella mente di Rkar. Probabilmente, l’oracolo non era l’unico della sua “specie”. Ce ne potrebbero essere altri, nascosti sui loro Halo, e probabilmente ce n’era uno anche sull’Halo di questo sistema.
“Quindi tu vuoi dirci che i Flood sono venuti qua per un Oracolo? No, non può essere così, non avrebbe nessuna utilità per loro…a meno che, l’oracolo non sia il mezzo per ottenere ciò che vogliono!”.


CAPITOLO 9
Installazione (numero sconosciuto)
12 Marzo 2557, ore 23:40

Benjamin uscì dalla porta ad apertura di prossimità e si sdraiò sulla spiaggia, con i muscoli che gli bruciavano per l’accumulo di acido lattico e il cuore a mille, che cercava di smaltire l’adrenalina in circolo.
Si tolse il casco e iniziò a guardare le stelle, pensando a quanto era lontano da casa.
Qualcosa nel cielo catturò il suo sguardo: una parte del cielo si stava offuscando, lasciando lo spazio ad un cerchio di colore blu e nero all’interno. Segno che qualcosa stava arrivando nel sistema tramite un salto iperspaziale.
I buchi passarono da uno a tre, poi cinque e infine dieci. Dieci buchi che corrispondevano ad altrettante navi Covenant. Carmine si alzò subito in piedi e si rimise il casco per contattare il sergente.
“Sergente, parla Carmine. Forse abbiamo un problema”.

Un’ora e mezza prima
Atmosfera dell’installazione (numero sconosciuto)
Ore 22:10
“10 secondi all’impatto!” Urlò Collins nella radio della sua capsula Hev mentre scendeva ad una velocità pazzesca nell’atmosfera del pianeta, lasciando dietro di se una scia rosso fuoco, dovuta all’attrito con l’aria.
“5…4…3…2... ” Un colpo di contraerea Covenant colpì in pieno la capsula del sergente mandandola fuori rotta, dirigendola verso il mare.
Le altre capsule rimaste impattarono sull’isola, scatenando l’inferno tra le file dei Covenant.
Carmine aprì la sua capsula con un calcio e si buttò nella battaglia con il suo BR in mano, faticando a tenere il mirino fermo a causa del tremolio delle sue mani.
I Covenant avevano costruito delle trincee sulla spiaggia, formando una fitta rete di passaggi e bunker, da dove sparavano le loro torrette Shade.
Ben riuscì a trovare un riparo dietro ad una roccia, insieme ad altri ODST.
“Il sergente è disperso, ma dobbiamo continuare la missione: per prima cosa dobbiamo distruggere quelle torrette, e per farlo dobbiamo uccidere i loro occupanti passando per le trincee.” Disse uno.
“Ma sei impazzito? Ci faremo massacrare tutti se gli attacchiamo frontalmente.”. Gli rispose un altro.
“Non abbiamo scelta” rispose Carmine “La Point Lookout non può attaccarle dall’orbita, quindi l’unica soluzione è un corpo a corpo nelle trincee. Faremo così: useremo le granate fumogene come copertura mentre corriamo verso le loro linee, a quel punto dovremmo conquistare ogni centimetro a suon di Fucili a pompa e armi a corta distanza.”.
“Ok, allora faremo così.” Rispose il primo ODST
“Al mio segnale. 3…2…1…AXIOS!”
I TALO armati di BR e Fucile di precisione lanciarono le loro granate fumogene verso le trincee, fornendo contemporaneamente fuoco di copertura, proprio mentre i loro compagni iniziavano la carica, sotto il fuoco delle armi al plasma nemiche.
Una volta raggiunte le trincee iniziò una lotta senza quartiere: le linee Covenant si sfaldarono, mentre gli ufficiali cercavano di coordinare le loro truppe in mezzo a quel bagno di sangue, fin troppo simile agli attacchi con la baionetta del 20° secolo.
Carmine, insieme ad altri 2 suoi compagni riuscii a raggiungere una delle torrette.
Con uno scatto entrò nel bunker sparando ai Grunt all’interno con la sua mitraglietta M7, spargendo il loro sangue violaceo sul muro.
Sentendosi soddisfatto, l’ODST ricaricò la sua arma, ma ad un certo punto sentii un respiro affannoso dietro di lui e una puzza inconfondibile: Elite.
Ben riuscii a scansarsi appena in tempo per evitare il colpo di lama energetica dell’Elite invisibile, ma il suo compagno non fu così fortunato: la lama gli mozzò la testa di netto, facendo sprizzare sangue a fiotti dal collo mentre il corpo inerme cadeva a terra.
Il secondo Talo sparò un colpo di fucile a pompa nel petto dell’alieno ma non fece grandi danno, se non quello di farlo incazzare ancora di più.
Con una capriola in avanti l’elite si portò proprio di fronte al Talo, infilzandolo con la lama e sbattendolo contro il pavimento.
Carmine approfittò di quest’occasione per salire sulla schiena dello Sangheili ed estrasse il coltello, ma l’alieno afferrò Carmine per un braccio, facendolo finire a terra.
L’Elite disse qualcosa nella sua lingua madre che Carmine non capì, ma poi, proprio in punto di morte, con la lama a meno di un metro dalla sua faccia, l’elite emise un urlò di dolore e cadde a terra, con un coltello lungo 20 centimetri infilato nella schiena.
Collins afferrò il coltello e lo pulì sulla sua armatura, facendo scorrere via il sangue dello Sangheili dalla lama.
“Sergente! Pensavamo che fosse morto!”
“Ci vuole ben altro per uccidermi, soldato. Forza usciamo da qui e vediamo come se la cavano gli altri ODST.”.
Carmine fece un secco saluto militare gridando “Signorsì, signore!”. Il suo sergente, il TALO più cazzuto che avesse mai conosciuto, quasi alla pari del sergente Johnson, era tornato e questo significava solo una cosa: la completa disfatta dei Covenant.
Una volta usciti dal bunker si ritrovò davanti ad uno scenario apocalittico, con la spiaggia costellata di cadaveri di entrambe le fazioni, di buchi provocati da esplosioni varie e carcasse di veicoli e torrette.
Gli ODST erano riusciti a scacciare i Covie dalla spiaggia ma questi ultimi si erano rintanati sulla cresta che portava all’interno della struttura, armandosi di fucili particellari e cannoni a combustibile.
Carmine e Collins si rifugiarono dietro ad una roccia insieme ad altri 2 ODST. Uno di loro disse “Sergente è bello rivederla. La situazione non è delle migliori qui: i Covenant si sono rintanati su quella cresta e ci stanno mandando contro tutto quello che hanno. Se continuiamo così, saremo schiacciati”
Il sergente iniziò a guardarsi attorno in cerca di una soluzione e alla fine la trovò. Indicò il lato Ovest della spiaggia e disse “Potrebbe esserci un’entrata secondaria per aggirare i nemici. Io, Carmine, Smith e Taylor la cercheremo, voi resistete il più possibile e non correte rischi inutili. Ci muoveremo al mio 3.”
Collins emise un profondo respiro e poi iniziò a contare “1….2…...3!”
Il gruppo si mosse correndo tra le raffiche di plasma provenienti dalle file Covenant rannicchiandosi di tanto in tanto nei buchi provocati dalle esplosioni cercando riparo dai colpi nemici.
Una volta usciti dalla linea di tiro Covenant Carmine emise un sospiro di sollievo per non essere morto.
La spiaggia si estendeva per altri 10 metri verso il mare mentre alla destra del gruppo una parete di roccia ripida e ricoperta di cespugli e muschio rendeva il gruppo invisibile agli occhi dei Covenant.
Collins egli altri percossero un centinaio di metri di spiaggia fino a giungere al punto in cui la spiaggia finiva e alla loro destra si stagliava una vegetazione composta da cespugli e alberi decidui, alcuni dei quali stesi a terra, forse abbattuti durante gli scontri.
La squadra iniziò a salire sul pendio che in teoria avrebbe dovuto portare all’entrata della struttura dei Precursori, ma una volta giunti alla porta videro una cosa che mai si erano aspettati di vedere: un Warthog parzialmente distrutto e lacune casse di rifornimenti erano stati accatastati davanti alla porta, impedendo così l’accesso.
Collins prese la radio e contattò la Point “Point Lookout, qui è il sergente Collins. Avete lanciato un Warthog e alcuni rifornimenti insieme a noi?”
“Negativo Sergente, non abbiamo lanciato altro.”
“Ricevuto Point Lookout, procediamo con la missione”
Collins spense la radio e guardò il casco nero dell’armatura di Carmine che disse “Se i nostri non hanno lanciato questo Warthog…come ci è finito qui?”
“Un problema alla volta soldato, cominciamo a eliminare questi maledetti Covenant. Non mi pagano abbastanza per pensare”
Il gruppo cominciò a spostare le casse di metallo dalla porta, poi fu il turno del Warthog, che era riverso su un lato con la potazione del pilota rivolta verso il cielo.
Taylor iniziò ad arrampicarsi sul veicolo fino ad arrivare in cima poi si spostò tra la porta e il Warthog e iniziò a spingere con le gambe verso l’esterno mentre Carmine, Collins e Smith afferravano il cofano e il paraurti posteriore e iniziavano a tirare.
Il Warthog iniziò a inclinarsi verso gli ODST fino a quando iniziò a rotolare verso la spiaggia, rischiando di travolgere Smith. L’ODST si era scansato di lato appena in tempo e ora stava aiutando Taylor a rialzarsi.
Collins afferrò la sua mitragliatrice M7 e disse “State dietro di me e non sparate fino ad un mio ordine. Tutto chiaro?”
“Signorsì signore” risposero gli altri ODST.
Il gruppo varco la porta seguendo uno stretto corridoio come quello che avevano trovato sotto la reliquia a Voi fino a quando si ritrovarono in una stanza divisa in due da un precipizio. Sulle due sponde erano presenti due console, probabilmente per attivare il ponte e tutt’attorno si ergevano colonne color grigio attraversate da lampi di luce azzurra che si stagliavano fino al soffitto…10 metri più in alto.
Carmine notò un gruppo di Jackal armati di fucile particellare dall’altra parte della stanza e fece cenno agli altri di ripararsi dietro alle colonne.
Smith, che era armato di fucile da cecchino, mise nel centro del mirino la testa di uno dei Jackal e fece fuoco dopo che Collins ebbe dato l’ordine.
Una nuvoletta di sangue viola si sparse in aria mentre quello che restava del Jackal cadde a terra con un tonfo sordo. I suoi compagni, rimasti storditi dall’attacco inaspettato, si buttarono anche loro dietro alle colonne, scrutando il resto della stanza con i loro fucili.
“Merda, non riesco a vederli da questa posizione” disse Smith togliendo l’occhio dal mirino.
Collins ci stette un attimo a pensare poi disse “Avete ancora delle granate fumogene?”
Taylor frugò tra le sue tasche e ne tirò fuori una “E’ l’ultima che mi è rimasta.”
“Andrà bene. Al mio segnale lancia la granata in mezzo alle colonne dall’altra parte della stanza, questo dovrebbe darci il tempo necessario per attivare il ponte e uccidere quei bastardi. Siete pronti?”
I 3 ODST fecero un cenno di assenso mentre controllavano le loro armi.
“Bene allora…fuoco di copertura!”
Smith innescò la granata fumogena, contò fino a tre e poi la lanciò verso i Jackal nemici mentre Collins, Smith e Carmine fornivano fuoco di supporto.
La granata fece un ampio arco in aria e atterrò proprio ai piedi di uno dei due Jackal rimasti, stordendolo.
Collins iniziò a correre verso la console di comandi e premette il pulsante grande al centro del monitor, attivando il ponte.
Il sergente urlò “Coraggio, attraversate il ponte!”
Carmine, Taylor e Smith uscirono dai loro ripari e seguirono Collins sulla striscia azzurra che impediva loro di cadere nel vuoto. Attraversarono il ponte proprio mentre l’ultimo Jackal uscì allo scoperto, finendo per beccarsi una pallottola da 5 mm dalla M7 del sergente. Ma il bastardo fece in tempo a sparare un colpo di fucile che prese Smith sulla gamba, facendogli perdere l’equilibrio.
L’ODST iniziò a barcollare, fino a quando il suo piede andò fuori dal ponte, portando con se il resto del corpo.
“Noooo!” urlò Carmine mentre cercava di afferrare il compagno con la mano. Il corpo del suo amico continuò a cadere fino a quando non scomparve nell’oscurità del fosso.
Taylor pose la mano sulla spalla di Carmine e disse “E’ morto, non c’è nulla che tu possa fare, se non fare in modo che la sua morte non sia stata vana. Forza proseguiamo”
Carmine si rialzò in piedi e iniziò a camminare verso Collins che aveva raggiunto l’altra porta.
Oltre la porta si trovava una rampa che risaliva la struttura, fino all’uscita.
Il gruppo salì sulla rampa e si fermò a lato della porta che portava all’esterno. Tutti controllarono le loro armi, poi Collins accese la radio e disse “Team Leader, qui è squadra Delta, siamo in posizione, iniziate l’attacco.”
“Ricevuto Squadra Delta, iniziamo l’attacco!”
I primi spari provenienti da entrambi gli schieramenti riecheggiarono nell’aria mentre Collis varcava la porta, ritrovandosi davanti ad un grunt armato di fucile a combustibile.
Non esitò. Afferrò il lanciarazzi Covenant, strappandolo dalle mani dell’alieno e lo usò come mazza per colpirlo alla testa, uccidendolo sul colpo.
Oltre un’altra serie di colonne che costellavano l’entrata, un gruppo di Jackal e Grunt si era riparato dietro ad un tronco di albero abbattuto.
Collins appoggiò il fucile a combustibile sulla spalla e sparò due colpi verso la postazione nemica, uccidendo tutti i nemici.
Il resto dei Covenant notò gli ODST e un gruppo di elite minori, armati di lama, iniziò a caricarli urlando come matti.
Carmine riuscì ad ucciderne uno con un colpo alla testa mentre Taylor ne uccise altri due con la sua doppietta.
Una volta eliminate tutte le minacce e dopo essersi ricongiunti con gli altri ODST Collins aprì una comunicazione con la Point Lookout.
“Point Lookout, qui è il sergente Collins, la ZA è sicura. Ci addentriamo nella struttura dei Precursori.”
“Ricevuto squadra Delta, stiamo inviando la dottoressa Moore alla vostra posizione. Lasciate qualcuno di guardia alla ZA per scortarla.”
“Ricevuto Point Lookout, squadra Delta chiudo.”






PS: ho pubblicato direttamente qui i capitoli perchè il sito dove gli avevo precedentemente caricati è andato a puttane XD

Edited by Alei Komtar - 29/12/2012, 14:26
 
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